Il freddo dell’Est, la Storia in una storia

Nei libri di storia non c’è il respiro degli uomini e delle donne che l’hanno vissuta. Questo puoi trovarlo soltanto nei romanzi.

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Si sente freddo ad addentrarsi nelle pagine di questo romanzo, si avverte il grigio della nebbia che tutto nasconde, lasciando intravedere solo sagome di realtà, pezzi sparsi, uomini e donne che non sai come identificare: amici o nemici?

È la Berlino della guerra fredda, degli anni del muro, quella che ci consegna Paolo Grugni in questa storia metà thriller metà spy story.

“Nel gennaio del 2016, circa tre mesi dopo l’uscita del mio romanzo Darkland, fui contattato tramite facebook da una donna che chiamerò Bettina. Mi voleva sottoporre la straordinaria storia di suo padre, un italo-tedesco morto da circa un anno, che nel 1977 si prefisse di fuggire dalla Germania Est oltrepassando il Muro di Berlino. Maggiore della HVA1, era deciso a portare a termine le indagini affidategli su alcuni casi di omicidio. L’unico modo era scappare. Incuriosito, accettai.”

Storia vera basta su una vicenda reale dunque, quella del maggiore Martin Krause, che fa parte dei servizi segreti della Stasi, incaricato di indagare sull’omicidio di una ragazza trovata in un parco. Le modalità lascerebbero pensare a un serial killer, soprattutto quando al primo omicidio ne seguiranno altri con le stesse modalità. Ma l’istinto dell’investigatore dice a Krause che niente è come sembra. Infatti si troverà al centro di un labirinto e di una indagine sempre più intricata le cui piste lo condurranno nella Berlino Ovest.

“Est. Ovest. Due parole che per tutti hanno un significato univoco: quello di un punto cardinale. Qui a Berlino non c’è invece significato che non venga separato dal suo contrario. E se vivi a Est conosci solo un lato delle parole, l’altro non lo potrai mai sperimentare. Per noi la libertà è un ponte che arriva solo al centro del fiume. Non solo il cielo è diviso, ma anche l’acqua, la terra. Il pensiero si blocca ed esprime solo metà del concetto. L’altra parte rimane in obbligato silenzio.”

Una voce narrante fluida, poetica nonostante le vicende. Un protagonista stanco della metà del cielo che è consentito vedere a Est e nel contempo un idealista che sfiderà la sorte e il pericolo pur di raggiungere la verità, mettendo a repentaglio la sua stessa vita.

Paolo Grugni ha il grande pregio di non rinunciare mai a raccontare un pezzo di Storia nei suoi romanzi e se la lettura è coinvolgente perché l’autore sa come scrivere un thriller (genere che predilige) e quindi toccare le corde della suspense che vi tiene inchiodati alla pagina, sa anche come far luce sulla storia recente. Come in questo caso: si respira freddo.

Le menzogne, la corruzione, il potere, la dittatura, la Guerra Fredda, trovano spazio nelle indagini e nella mente di Martin Krause costretto a mettere insieme pezzi scomodi, tanto che, vicino alla verità, sa perfettamente che le alte sfere coinvolte non lo lasceranno libero di chiudere l’inchiesta. Per farlo dovrà rinunciare a qualcosa. Il filo dei pensieri di Krause ci conduce in uno dei periodi più bui della nostra storia.

“Paula Roth ha lasciato Berlino Est ieri pomeriggio e non è più rientrata. Quindi c’è la speranza che sia ancora viva, ma se voglio salvarla c’è un solo modo: devo tornare per forza all’Ovest. Solo che questa volta non avrò più la possibilità di tornare.”

Ho letto molti libri (quasi tutti) di Paolo Grugni, questo ha un’atmosfera particolare: quella del Palazzo delle Lacrime, “l‘edificio collocato accanto alla stazione di Friedrichstraße, comunemente noto come “Palazzo delle lacrime” che servì alla dittatura della SED fino al 1990 come luogo di preparazione all’espatrio per coloro che lasciavano la DDR per Berlino ovest. Nessun altro luogo ricorda la divisione della Germania tanto quanto questo padiglione e i destini che ad esso vengono associati. Proprio qui infatti molte persone dovettero dire addio ai propri amici e parenti. Per i cittadini della Germania est l’edificio ricordava in maniera dolorosa il fatto che il confine per loro rimaneva chiuso, mentre altri dovevano subire impotenti le vessazioni dei controlli di frontiera.” (Dal portale dei Musei di Berlino)

Paolo Grugni, Il Palazzo delle lacrime, Collana Rimmel, Laurana Editore

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Paolo Grugni (Milano, 1962). Ha esordito con il romanzo Let it be (Mondadori, 2004; Alacràn, 2007, Laurana, 2017). Ha poi pubblicato Mondoserpente (Alacràn, 2006), Aiutami (Barbera, 2008 e in ebook per Laurana), Italian Sharia (Perdisa, 2010), L’odore acido di quei giorni (Laurana, 2011), La geografia delle piogge (Laurana, 2012), L’Antiesorcista (Novecento Editore, 2015), Darkland (Melville, 2015). È autore inoltre della silloge Frammenti di un odioso discorso (in ebook per Laurana, 2017). Vive e lavora a Berlino.

Autore: booklandia2017

Scrittrice e insegnante. Divoratrice di libri e su di essi mi piace scrivere

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